Il concetto di "non luogo" è stato introdotto dal sociologo francese Marc Augé nel suo libro del 1992 intitolato "Non luoghi: introduzione a una antropologia della surmodernità". Secondo Augé, i non luoghi sono spazi che non hanno una forte connotazione identitaria, che non generano senso di appartenenza e che sono transitori. Esempi comuni di non luoghi sono gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, le autostrade, i centri commerciali e i supermercati. I non luoghi sono caratterizzati da un'eterotopia, ovvero un luogo di deviazione che rompe con le consuete norme sociali e spazio-temporali. Essi sono spazi impersonali, omogenei, standardizzati e anonimi, in cui le persone si trovano solitamente in movimento, svolgendo attività funzionali come transito, consumo o lavoro. Secondo Augé, i non luoghi sono un fenomeno tipico della società contemporanea, segno della globalizzazione e dell'omogeneizzazione delle esperienze umane. Questi spazi svolgono un ruolo importante nell'economia e nella vita quotidiana, ma allo stesso tempo possono generare sensazioni di alienazione e disorientamento. Augé sostiene che i non luoghi sono rappresentativi delle società in cui viviamo, dove l'individualismo e la mobilità sono sempre più prevalenti.
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